Perchè il porro bio è così buono?
Attualità: Per crescere bene, i porri bio hanno bisogno di un terreno fertile e trattato con cura. È vietato l’uso di fertilizzanti artificiali e pesticidi chimici di sintesi.
Chiunque passeggi per il Seeland bernese può riconoscere le differenze tra agricoltura biologica e convenzionale in un piccolo spazio. Nella regione nota come «l’orto della Svizzera», le aree coltivate in modo biologico spesso confinano con quelle coltivate in modo convenzionale. Si nota chiaramente la differenza nei porri: gambi corti e un po’ pallidi stanno accanto ad altri robusti e di un verde intenso. Il porro convenzionale deve il suo aspetto sodo soprattutto all’abbondanza di fertilizzanti artificiali. Il porro bio cresce in un ambiente diverso. Deve coprire il suo fabbisogno di nutrienti con concimi bio organici meno produttivi e con le riserve immagazzinate nel terreno. Poiché il porro cresce più lentamente, il suo sapore è ancora più intenso.
La rotazione delle colture è fondamentale
Per mantenere il terreno fertile a lungo, è necessario un piano ben studiato di cosa coltivare e quando: si tratta della rotazione delle colture, che ha anche un effetto preventivo contro malattie e parassiti. I coltivatori di ortaggi bio seguono una rotazione quinquennale delle colture in cui ortaggi come finocchi, porri, broccoli o insalata si alternano ai cereali. Ogni cinque anni sull’area cresce un prato o si effettua un sovescio. Gli scarti vegetali e il letame di mucche e manzi forniscono al terreno ulteriori sostanze nutritive. Si ottiene così un compost particolarmente prezioso che rivitalizza i microrganismi naturali del terreno e contribuisce alla formazione dell’importante strato di humus.